Direttiva "Case Green" sulla prestazione energetica degli edifici : ok definitivo dal Consiglio dei ministri UE. L'Italia contraria, si dovrà adeguare

12 aprile 2024

Approvata in via definitiva dal Consiglio dei ministri UE, dopo che era stata già approvata dal Parlamento Europeo il 12 marzo scorso, la direttiva europea “Case Green” (EPBD – Energy Performance of Building Directive) !

Italia e Ungheria hanno votato contro l'intesa, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.

Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, che avverrà a breve, entrerà in vigore 20 giorni dopo. Da quel momento i Paesi membri avranno due anni di tempo per recepirla. Ogni Stato dovrà presentare un piano di riduzione dei consumi nel quale dovrà spiegare come intende raggiungere i target fissati dalla direttiva.


Ecco il riepilogo grafico dei punti più importanti previsti dalla nuova Direttiva e a seguire, un riassunto degli stessi:

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Cosa prevede in sintesi la Direttiva "casa green"

La direttiva europea “case green” fa parte del pacchetto di riforme "Fit for 55" e mira a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo, e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.

Per il perseguimento di questi obiettivi, direttiva europea definisce:

  • il quadro comune generale di una metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità immobiliari;
  • l’applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici.

Per la riqualificazione del patrimonio edilizio, gli obiettivi medi saranno definiti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese.

Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali e non; ogni Paese potrà stabilire autonomamente su quali edifici concentrarsi.

Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici deve essere ottenuto tramite la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni inferiori.

Entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa.

In Italia, secondo l'Istat, vi sono circa 12 milioni di edifici residenziali. Pertanto, sarà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti.

L'installazione di impianti fotovoltaici

Gli Stati membri dovranno garantire che i nuovi edifici siano “solar-ready”, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.

Gli impianti fotovoltaici dovranno essere installati secondo il seguente calendario:

  • entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m²;
  • entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m²;
  • entro il 31 dicembre 2028, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m²;
  • entro il 31 dicembre 2030, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m²;
  • entro il 2027, su tutti gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 500 m² in cui l’edificio subisce un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante;
  • entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti fisicamente agli edifici.

Caldaie a combustibili fossili

Gli Stati membri dovranno elaborare piani dettagliati con l’obiettivo finale di eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040 .

A partire dal 1° gennaio 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili.

Le sanzioni previste dalla Direttiva “case green”

La direttiva al momento non prevede sanzioni particolari per coloro che non adeguano i loro immobili ai nuovi standard entro i tempi stabiliti e non sono previste limitazioni alla vendita o all’affitto delle abitazioni per coloro che non possiedono il “bollino verde” dell’Unione Europea.

Tuttavia, spetta ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative.

La Direttiva “case green” e i bonus edilizi

La direttiva stabilisce che le risorse dei Paesi membri dovranno essere destinate, in via prioritaria, a interventi che garantiscano una soglia minima di risparmi.

Oltre ad ammettere tra le forme di sostegno le detrazioni e i crediti fiscali, nella EPBD si fa riferimento anche a risparmi direttamente nelle fatture dei cittadini, come lo sconto in fattura.